Di fronte a questo panorama si tirano in ballo ancora una volta la scuola, le famiglie e la nostalgia per “quel modo di lavorare a testa bassa di altre epoche” (sic!). La generazione “Z” ha una diversa sensibilità rispetto alle precedenti per i contenuti della parola “lavoro”: è un dato di fatto sul quale è inutile rattristarsi. Non sono i giovani, ma le imprese a dover cambiare filosofia.
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