Ferragosto: l’Amministratore della OP IL MELOGRANO sulla stampa e i lavoratori a casa senza risposte
L’Amministratore e fondatore della Melograno S.p.A. ha atteso Ferragosto per rispondere finalmente in prima persona a FLAI e NIDIL CGIL. Lo ha fatto dalle colonne de “il Resto del Carlino”, difendendosi con argomenti che francamente appaiono scollegati da quanto le categorie degli agricoli e dei somministrati CGIL avevano denunciato pubblicamente.
Lo “spiegone” di Claudio Coli circa il sistema della Melograno S.p.A.
FLAI e NIDIL CGIL non hanno mai messo “nel mirino” la società Il Melograno S.p.A., come invece ha attaccato il dirigente aziendale. Questo è verificabile su tutti i canali attraverso i quali è stato trasmesso il comunicato stampa sindacale lo scorso 5 agosto. Lo “stand by”, come viene definito dall’imprenditore Claudio Coli, è appunto quello della OP Il Melograno di Santarcangelo di Romagna che il 27 giugno, sotto varie forme, ha lasciato tutti a casa: fissi, stagionali e somministrati. Venendo all’articolata serie di cause che avrebbero portato al fermo, le doglianze di Coli si concentrano anche sui mancati sussidi statali, aspetto già oggetto di verifica nei bilanci da parte delle sigle CGIL; circostanza che ad ogni modo nulla aggiunge allo stato di cose denunciato dai sindacati. Ogni crisi o fermo aziendale ha una sua genesi: si tratta di ricercare insieme una soluzione che salvaguardi al meglio l’impresa e i lavoratori. Claudio Coli, invece, tirando in ballo la “cooperativa di lavoro riminese Logica” che starebbe chiamando “una cinquantina di unità lavorative”, pare semplicemente gettare la palla in tribuna.
I numeri della crisi OP Il Melograno: non sono FLAI e NIDIL a darli
Rispetto alla tipologia di addetti coinvolti nella crisi OP Il Melograno c’è piena consapevolezza che si tratta di una forza lavoro estremamente variegata. I mittenti delle richieste sindacali sono, non a caso, la FLAI che è la categoria che segue l’agroindustria e NIDIL, quella che tutela i lavoratori atipici e somministrati. In merito ai numeri invece va precisato che quelli diffusi dalle sigle CGIL sono né più né meno che quelli forniti dall’Avv. Colonna (legale della OP Il Melograno) con la la sua missiva e-mail del 6 luglio 2023 indirizzata ai sindacati. Nello specifico: 18 lavoratori somministrati al 30 giugno, 39 “avventizi”, 11 operai e 4 impiegati a tempo indeterminato. Se la matematica non è un’opinione la crisi della OP Il Melograno coinvolge proprio 72 lavoratori come denunciato da FLAI e NIDIL. Parte di questi addetti dovrà accedere alla Disoccupazione Agricola (a spese della collettività) visto che l’azienda non ha loro garantito il minimo di giornate previste contrattualmente.
Sulle retribuzioni arretrate le risposte non arrivano nemmeno a mezzo stampa
Nell’ampia reprimenda dell’imprenditore Coli verso le Organizzazioni Sindacali FLAI e NIDIL CGIL non pare leggersi alcunché, invece, circa gli arretrati che lamentano i lavoratori a tempo indeterminato, che attendono le retribuzioni di giugno e luglio 2023, mentre i “tempi determinati” attendono giugno 2023. Su questo punto la OP Il Melograno avrebbe potuto tenere corrette relazioni con l’RSA (delegato sindacale aziendale) costruendo un percorso negoziato. Peccato che il delegato sindacale non sia stato affatto consultato circa la situazione che andava delineandosi.
Infine, in merito alle “azioni cautelari a tutela” paventate dall’imprenditore Claudio Coli, se tra azienda e sindacato c’è un soggetto che potrebbe valutare una tutela è proprio quest’ultimo, con riferimento alle norme di Legge poste a reprimere le condotte antisindacali. Per le Organizzazioni Sindacali, al momento, la strada maestra resta quella del confronto e del dialogo: a patto che gli interlocutori al tavolo siano interessati a costruire un percorso proficuo. Su questo ultimo aspetto l’incontro del 31 agosto, al tavolo per la salvaguardia dell’occupazione presso la Regione Emilia-Romagna, potrà fare la differenza.
Rimini, 18/8/2023
FLAI CGIL RIMINI – NIDIL CGIL RIMINI