Una borraccia d’acqua fresca consegnata agli operai, un gesto simbolico per rimarcare, anche in queste settimane di calura estiva, quanto sia importante lavorare in sicurezza.
Proprio il 29 gennaio di un anno fa moriva un lavoratore edile di 60 anni, vittima di un colpo di calore mentre lavorava sul tetto in un cantiere a Santarcangelo di Romagna. Un dramma che vorremmo non si ripetesse più.
L’edilizia è un settore ad alto rischio per l’incolumità degli operai e solo nell’ultimo mese e mezzo ha fatto registrare nella provincia di Rimini 3 infortuni di cui uno mortale.
In questo periodo i lavoratori delle costruzioni stanno lavorando a ritmi incessanti per recuperare il tempo di interruzione dei lavori dovuti all’emergenza sanitaria. Dunque, più che mai è necessario insistere sulle misure di prevenzione e sulla cultura della sicurezza ed è ciò che siamo impegnati a fare con la nostra presenza nei cantieri.
Ritenendo necessario un maggiore coinvolgimento dei vari sistemi di controllo e vigilanza, abbiamo chiesto un confronto con l’Unità Sanitaria Locale per sollecitare ulteriori misure di prevenzione specifiche.
Inoltre, come FILLEA CGIL di Rimini abbiamo stampato e stiamo distribuendo nei luoghi di lavoro migliaia di volantini nei quali vengono fornite informazioni in merito ai diritti che può esercitare chi lavora e alle modalità per prevenire problemi di salute.
Se il caldo è eccessivo bisogna garantire la salute dei lavoratori con pause lunghe, acqua fresca e integratori a disposizione e, se necessario, con l’interruzione del lavoro e il ricorso alla cassa integrazione come si fa in inverno per il maltempo. Sollecitiamo l’utilizzo di questo strumento nel territorio di Rimini dove troppo raramente viene preso in considerazione per quelle giornate che la Protezione civile indica con il ‘bollino rosso’, quando alle alte temperature si unisce l’elevato tasso di umidità.
Renzo Crociati Segretario generale della Fillea Cgil di Rimini