La CGIL dell’Emilia Romagna, nella giornata mondiale per l’accesso all’aborto sicuro, ribadisce il suo impegno per garantire a tutte le donne il diritto all’autodeterminazione.
Dal 1990, il 28 settembre è stato dichiarato dall’ONU giornata di azione internazionale per l’aborto sicuro. Una giornata di manifestazioni in tutto il mondo per rivendicare il diritto delle donne di scegliere sul proprio corpo, sulla propria sessualità riproduttiva e libere di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza come previsto anche nel nostro paese dalla Legge 194/78.
Ogni anno nel mondo migliaia di donne perdono la vita a causa di un aborto non legale e quindi non sicuro: circa il 40% di donne in età fertile vive in paesi dove l’aborto non è permesso, è limitato o non accessibile.
In Italia, pur in presenza dal 1978, della legge 194 siamo ancora nelle condizioni di doverla difendere e chiederne la piena applicazione. Già nel 2013 il Consiglio d’Europa aveva accolto una mozione presentata dalla CGIL sull’applicazione inadeguata della Legge 194 e lo stesso Tribunale Europeo per i diritti sociali, prima nel 2014 poi nel 2016, aveva chiesto all’Italia misure per assicurare alle donne il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Finalmente nel 2016 il Consiglio d’Europa, attraverso una sentenza, ha condannato il nostro Paese e chiesto che venissero rimossi tutti gli ostacoli che impediscono la libera scelta delle donne. Un diritto che risulta vanificato dall’alto tasso di obiettori di coscienza che nel nostro paese, in alcune strutture sanitarie oscilla dal 70 ad oltre il 90%.
Nella regione Emilia Romagna nonostante i dati sugli obiettori (53% dei medici ginecologi e 32,5% medici anestesisti) siano molto inferiori rispetto alla media nazionale (pari al 70,7% tra i ginecologi con punte in alcune regioni del 90% secondo i dati del Ministero della Salute) è necessario comunque non abbassare la guardia e tenere sotto controllo l’andamento del fenomeno. Per queste ragioni la CGIL si impegna a consolidare nei tavoli di confronto con la Regione un percorso di verifica sul funzionamento della 194 a partire dalla necessità di rilanciare e qualificare il ruolo fondamentale dei consultori per la tutela e la promozione della salute femminile, per un sostegno alla procreazione consapevole e responsabile, alle azioni di prevenzione e informazione, e per garantire a tutte le donne la libertà di autodeterminarsi. La costante diminuzione delle IVG in Emilia Romagna ci sollecita a proseguire l’impegno sul versante della prevenzione che sarebbe necessario trovasse risposte innovative attraverso nuove disposizioni della Regione sulle misure di sostegno alla maternità consapevole delle giovani donne come ad esempio favorire la distribuzione gratuita di anticoncezionali.
La CGIL Emilia Romagna, infine, intende proseguire la sua iniziativa di attenta vigilanza in ogni struttura del nostro territorio affinché vengano rispettati i diritti previsti dalla legge 194 e contemporaneamente rinnova il suo impegno per rilanciare, innovare e qualificare le strutture consultoriali.