#ReferendumLavoro #Con2Sì. Attivo CGIL Rimini

L’Italia dei voucher, dei precari, degli appaltati, degli esternalizzati. Il lavoro che non c’è o se c’è è sempre più sotto ricatto perchè la liberalizzazione del mercato ha risucchiato anche il lavoro. Questo è ciò che è stato raccontato all’Attivo della CGIL di Rimini il 15 febbraio. In una sala delle assemblee strapiena, tanti interventi di lavoratrici e lavoratori hanno descritto il lento declino che negli ultimi decenni ha eroso diritti e tutele, sdoganando tante forme di illegalità e di abuso.

Ha aperto i lavori la relazione del Segretario generale della CGIL di Rimini Graziano Urbinati che ha parlato della situazione economica del territorio, di quanto è stato fatto con il contributo fondamentale del sindacato per cercare di salvare posti di lavoro usando tutti gli strumenti disponibili: contratti di solidarietà, cassa integrazione, mobilità. C’è stata in passato una cabina di regia istituzionale che faceva capo principalmente alla Prefettura e alla Provincia che oggi non c’è più e che lascia ingovernate tante situazioni di crisi. Una crisi di sistema che vede coinvolte anche le banche, in primis la banca cittadina più importante, la Cassa di Risparmio, dove sono stati annunciati tra i 70 e 90 esuberi. Una crisi che lascia spazio a forme di disperazione delle quali c’è chi approffitta come la criminalità organizzata.

Nel contempo la Politica nel nostro Paese continua a non occuparsi affatto di lavoro e dei problemi concreti dei cittadini impegnata com’è in giochi di potere tutti interni al Palazzo. E qui, come è stato ribadito, sta il grande merito della campagna lanciata dalla CGIL con la consegna al Parlamento della legge di iniziativa popolare “Carta dei Diritti Universali del Lavoro” e con la proposta dei referendum su Voucher e responsabilità negli Appalti: riportare al centro della discussione, nel Paese, il lavoro. Il lavoro che è al primo posto invece degli interessi dei cittadini e soprattutto dei giovani che fino ad oggi hanno conosciuto soltanto la precarietà e l’incertezza del futuro.

L’Attivo, convocato a pochi giorni dalla giornata di mobilitazione nazionale che sabato 11 febbraio ha avviato la campagna referendaria, ha preso in esame i contenuti dei referendum e le motivazioni che in maniera convincente delegati e delegate dovranno portare tra la gente per far sì che più cittadini possibili si rechino a votare e votino con 2 SI’.  E i motivi per votare sì stanno anche nelle storie di sfruttamento toccanti e appassionate raccontate nel corso dell’assemblea, nel desiderio di non subire più il ricatto del licenziamento, nella volontà di chi non è disposto ad arrendersi. Stanno nella convinzione che – come ha detto il Segr. CGIL regionale Luigi Giove – “le condizioni per vincere il referendum ci sono, diamo la possibilità alla Costituzione, che abbiamo difeso il 4 dicembre, di rientrare nei luoghi di lavoro”

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