Salvataggio: quale soluzione senza il coinvolgimento di chi rappresenta i lavoratori?

Dalla lettura dei media locali, tutto lascia presagire un imminente accordo tra Capitaneria di Porto e imprese balneari in merito al servizio di salvataggio per la stagione 2025

Francesco Guitto

Un breve riepilogo: di cosa stiamo parlando?
Il nodo della questione, vale la pena ricordarlo, riguarda i contenuti del provvedimento emanato il 2 settembre 2024 dalla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Rimini. Tale provvedimento, che dava seguito al Dispaccio nazionale n. 113761 del 27 agosto 2024 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, interveniva integrando con effetto immediato le disposizioni vigenti. Esso specificava che, indipendentemente dai periodi temporali definiti come “stagione balneare estiva – periodo di attività balneare”, i concessionari avrebbero dovuto garantire il servizio di salvataggio ogniqualvolta le strutture fossero aperte al pubblico con finalità di balneazione.
Inoltre, la medesima integrazione all’ordinanza chiariva che, anche al di fuori dei periodi strettamente balneari, l’organizzazione del servizio di salvataggio e di assistenza ai bagnanti avrebbe dovuto essere strutturata secondo un modello organizzativo idoneo a garantire la sicurezza delle attività svolte.

Alla luce di tale aggiornamento, le strutture balneari avrebbero dovuto assicurare la piena operatività del servizio di salvamento per un arco temporale più esteso rispetto a quello consueto. Una circostanza che, come prevedibile, ha suscitato la pronta reazione delle imprese balneari, storicamente attente a contenere i propri costi, spesso a discapito degli interessi collettivi.

Una soluzione negoziata con una sola parte
Sembra che mercoledì 9 aprile si terrà l’incontro conclusivo – ma a quanto pare anche esclusivo – tra Capitaneria di Porto e imprese balneari. In tale occasione, per risolvere la questione della cosiddetta “bassa stagione”, si prevederebbe la definizione di uno speciale “Documento di Valutazione dei Rischi” che – integrando il Dispaccio del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – escluderebbe, già a partire dalla prossima Pasqua, la presenza dei marinai di salvataggio in torretta. Questo, vale la pena ribadire, quando l’ordinanza integrativa 2024 della stessa Capitaneria riminese sanciva (Art.1 c.5): “[…] i concessionari dovranno garantire il servizio di salvamento ogni qual volta le strutture siano aperte al pubblico con finalità di balneazione”.
Peccato che, nell’affrontare un tema che per sua natura richiederebbe il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza o, in loro assenza, delle organizzazioni sindacali territoriali, la Capitaneria si sia completamente dimenticata dei sindacati che rappresentano il lavoro e gli interessi collettivi. Quale legittimità esclusiva avrebbero i bagnini nel discutere un Documento di valutazione dei rischi con la Capitaneria di Porto?

La posizione di FILCAMS CGIL e le richieste sindacali
Di fronte a questo modo di procedere – purtroppo non nuovo – ribadiamo la richiesta (già formalizzata e senza riscontro da parte della Capitaneria) di essere pienamente coinvolti in questa “trattativa”, relativamente all’applicazione del Dispaccio nazionale n. 113761 del 27 agosto 2024.
Resta inoltre ferma la nostra intenzione d’impugnare in tutte le sedi competenti eventuali accordi presi senza il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali dei lavoratori, o comunque in contrasto con normative a nostro avviso inderogabili.

Come sempre FILCAMS è pronta a fornire un contributo concreto volto a tutelare gli interessi collettivi, insieme a quelli dei lavoratori, disponibilità che può essere resa solo a patto di essere coinvolti.

FILCAMS CGIL Rimini
Il Segretario Generale
Francesco Guitto

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