Lavoro: raschiato il fondo del barile, maggioranza e Governo continuano a scavare

Con il voto del Senato si è definitivamente approvato il Ddl Lavoro collegato alla Legge di Bilancio: 33 articoli che vanno a deregolamentare ulteriormente il mercato del lavoro.

Gli effetti in provincia di Rimini | In un contesto come quello riminese, dove il 76,7% delle assunzioni avviene attraverso contratti a tempo determinato, il provvedimento varato da maggioranza e Governo è di una pericolosità incredibile. Andando a completare le disposizioni di precedenti provvedimenti (D.l.48/2023 convertito in L.85/2023) il Governo ha di fatto destrutturato le tutele incrementando il lavoro precario: saltano le causali, ovvero il contratto a tempo determinato può essere rinnovato a totale discrezione del datore di lavoro e non esiste più alcun obbligo di stabilizzazione. Infatti, nei primi 12 mesi di contratto a tempo determinato, esso sarà sempre a-causale, indipendentemente dal fatto che l’anno di durata si raggiunga con un unico rapporto di lavoro oppure con più contratti. L’europeismo del Governo è ad assetto variabile: da un lato con la Legge di bilancio reintroduce l’austerity voluta dalla Commissione Europea attraverso il PSB (Piano Strutturale di Bilancio), mentre dall’altro ne ignora volutamente i ripetuti richiami sulla necessaria temporaneità e limitatezza dei contratti a termine.

A fronte della necessità di stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori che operano attraverso le agenzie interinali, il Governo con l’Articolo 10 permette alle aziende di utilizzare senza alcun limite i contratti in somministrazione.

Viene esteso senza alcun vincolo il ricorso al lavoro stagionale anche per quelle fattispecie che non prevedono un incremento della produttività legata a cicli stagionali. In altre parole: le aziende del settore turistico e, ad esempio, quelle metalmeccaniche saranno accomunate dalla possibilità di ricorrere liberamente al lavoro stagionale. Estendere il lavoro stagionale significa, per una realtà come la nostra, ridurre ulteriormente il livello delle retribuzioni medie che già oggi vede la nostra provincia (17.091 euro) con livelli decisamente inferiori rispetto a quelli regionali (24.593 euro).

La “voce del padrone” è in ogni articolo della norma, eliminando giusti equilibri tra potere datoriale e lavoro

In materia di salute e sicurezza occorreva estendere la sorveglianza sulle lavoratrici e sui lavoratori, invece la maggioranza e il Governo hanno soppresso la possibilità di estenderla per chi non era soggetto a tale obbligo previsto dal Testo Unico sulla sicurezza. Addirittura la nuova norma – di fatto – liberalizza l’utilizzo di ambienti sotterranei per attività produttive, richiedendo dei requisiti minimi di sicurezza e sostanzialmente solo formali, esponendo chi vi lavora a rischi per la propria salute e incolumità.

L’equiparazione tra assenza ingiustificata del lavoratore e dimissioni volontarie rischia di trasformare in dimissioni automatiche anche assenze che potrebbero non essere una scelta del lavoratore: non c’è alcuna garanzia che l’Ispettorato del lavoro riesca ad accertare i fatti e la reale volontà del lavoratore. Se guardiamo i dati del nostro territorio nel 2023 in provincia di Rimini si sono registrate circa 14mila dimissioni a fronte di oltre 102mila cessazioni di rapporto di lavoro, che bisogno c’era quindi di questo provvedimento se non quello di torcere ulteriormente l’autodeterminazione delle lavoratrici e dei lavoratori?

Infine, l’estensione della flat tax a quelli che vengono definiti contratti misti, determinerà una situazione per la quale si potrà fare ricorso a forme fittizie di lavoro.

Dietro la propaganda patinata del Governo sul lavoro la realtà ci dice che i provvedimenti in materia peggioreranno la dignità e le tutele per giovani, inattivi e donne; non fornirà risposte ai part – time involontari, ai lavoratori a termine, agli stagionali, ai lavoratori in nero e irregolari, agli autonomi con o senza partita iva. L’accanimento del Governo continua con la solita arroganza verso i lavoratori, senza dare risposte al problema dell’insicurezza, della povertà e della scarsa qualità del lavoro. Oggi, con questo provvedimento, non solo si fa un danno al presente ma si mina il futuro. Tutto ciò è segno che a nulla sono valsi i “tavoli” con il Governo, che evidentemente erano solo specchietti per le allodole. Ecco perché, è indispensabile continuare la lotta sindacale per rimettere al centro i diritti delle persone partendo dai referendum sul lavoro promossi dalla CGIL per un lavoro dignitoso, stabile, tutelato e sicuro.

Rimini, 14/12/2024

Camera del Lavoro Territoriale – CGIL Rimini

VERIFICA ANCHE

Salute e sicurezza sul lavoro: pubblicato l’Osservatorio Permanente CGIL e INCA Emilia-Romagna, con l’analisi dei dati INAIL da gennaio a ottobre 2024

Salute e sicurezza sul lavoro: che fare? Di fronte all’ennesima strage sul lavoro, questa volta a Calenzano, resta ancora gravemente insufficiente l’azione del Governo. CGIL chiede un intervento immediato e coordinato per affrontare queste problematiche, partendo dalla responsabilizzazione dei committenti, che devono essere resi garanti della salute e sicurezza lungo tutta la filiera degli appalti.