Desertificazione dei servizi di prossimità: un rischio crescente per lo sviluppo equo delle comunità

Il fenomeno della desertificazione dei servizi di prossimità sta assumendo dimensioni allarmanti, minacciando non solo l’accesso ai servizi essenziali, ma anche l’equità nello sviluppo sociale ed economico delle comunità. La chiusura di sportelli bancari, edicole, uffici postali e altri punti di riferimento fisici, che un tempo garantivano la vitalità di aree urbane e rurali, sta esacerbando le disuguaglianze e privando le persone, soprattutto quelle più fragili, di strumenti indispensabili per la loro vita quotidiana.

Settore bancario | Come evidenziato nel Piano del Lavoro CGIL Rimini, negli ultimi cinque anni il settore bancario ha visto la chiusura di circa 5.000 sportelli, una riduzione pari al 20% del totale nazionale, portando il numero delle filiali da 25.000 a 20.000. Questo calo ha colpito anche l’occupazione, con una perdita del 6% della forza lavoro, equivalente a oltre 16.000 dipendenti. Nel solo 2023, ben 134 Comuni italiani sono rimasti privi di sportelli bancari, rappresentando il 41,5% del totale. Oggi, circa 3.300 Comuni sono desertificati sotto questo aspetto, con conseguenti disagi per cittadini, famiglie e imprese che non hanno più un accesso fisico ai servizi bancari essenziali. Questa desertificazione non è solo un problema economico, ma una questione sociale. La mancanza di servizi bancari nelle aree interne, dove il numero di filiali si è ridotto drasticamente, sta spingendo molte persone ad abbandonare i piccoli Comuni, aggravando il già preoccupante fenomeno dello spopolamento. Chi resta, spesso persone in condizioni di fragilità, vive in una condizione di isolamento crescente e con maggiori difficoltà ad accedere a servizi fondamentali. Inoltre, la presenza fisica delle banche nei territori ha una funzione fondamentale di presidio della legalità, soprattutto in riferimento alla concessione del credito a piccole e medie imprese. Laddove non esistono più filiali bancarie, l’accesso al credito diventa più complesso e meno personalizzato, basato su parametri quantitativi piuttosto che su una conoscenza diretta e qualitativa degli imprenditori locali. In queste condizioni, i territori rischiano di trasformarsi in zone grigie, dove l’assenza di istituzioni finanziarie locali potrebbe favorire fenomeni di illegalità, soprattutto nella concessione del credito. Non ci sono sportelli bancari nei Comuni di: Casteldelci, Gemmano, Maiolo, Montecopiolo, Montegridolfo, Sassofeltrio, Talamello.

Le edicole | Le edicole, un tempo fulcro di informazione, cultura e socializzazione, stanno progressivamente scomparendo. In Italia, negli ultimi vent’anni, il numero delle edicole è sceso da 36.000 a 11.000, e ogni anno circa 1.000 punti vendita rischiano di chiudere. Nella provincia di Rimini, per esempio, solo 67 edicole sono ancora attive in 12 Comuni su 27, e ci sono otto Comuni dove non è presente alcuna attività di rivendita di giornali. Nello specifico si tratta di Casteldelci, Gemmano, Maiolo, Montefiore Conca, Montegridolfo, Sant’Agata Feltria, Sassofeltrio e Talamello. La trasformazione digitale, per quanto inevitabile, non può giustificare il totale abbandono delle infrastrutture fisiche. È fondamentale che il processo di digitalizzazione sia accompagnato da misure che garantiscano l’accesso equo ai servizi, specialmente per le persone che, per età o condizione sociale, non sono in grado di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie. La soluzione non può essere semplicemente l’adozione di servizi online, ma deve prevedere una sinergia tra innovazione digitale e servizi fisici di prossimità, in modo da assicurare un futuro inclusivo e sostenibile per tutti. In questo scenario, si rende necessaria una collaborazione tra soggetti pubblici, privati, istituzioni e comunità locali per sviluppare nuove forme di servizio di prossimità. Le edicole, ad esempio, potrebbero trasformarsi in “sportelli di quartiere”, offrendo una gamma di servizi aggiuntivi, come il rilascio di certificati anagrafici, il ritiro di pacchi o la fornitura di servizi per le amministrazioni locali. Su questa ipotesi ci sono sperimentazioni interessanti a Milano e Firenze.

Poste italiane | Anche in provincia di Rimini impatta l’annunciata chiusura di uffici postali (Corpolò, Vergiano e San Lorenzo in Correggiano, oltre alla probabile permanente riduzione di orario di atri 2 uffici postali che stabilizzano l’orario ridotto del periodo Covid). Non ci rassegniamo a marcare una differenza: Poste Italiane è una società a maggioranza pubblica e titolare del Servizio Universale, quale paniere di servizi a disposizione di tutta la cittadinanza, a prescindere da dove viva. E’ una forma di welfare universale che mira a limitare il divario tra chi può fruire dei servizi ovunque e chi per difficoltà personali avrebbe di necessità di avere servizi di prossimità. In parte una risposta per i Comuni più piccoli viene dal progetto Polis, ma la scure del tecnicismo è in grado, come in questi giorni di chiudere o ridurre altri uffici. Secondo noi si devono valutare i bisogni delle comunità, soprattutto delle categorie deboli alle quali si dovrebbero garantire servizi pubblici adeguati per raggiungere gli uffici dove fruire dei servizi. CGIL è stata tenuta fuori dai tavoli Poste Italiane che hanno discusso le principali ristrutturazioni aziendali, dove avremmo dato un contributo al fine di onorare le prerogative del Servizio Universale di un’azienda che pensiamo ancora pubblica ed a favore di tutta la cittadinanza.

Rimini, 11/12/2024

Camera del Lavoro Territoriale – CGIL Rimini

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