
Dopo l’infortunio di un lavoratore del settore ambiente a Bellaria-Igea Marina, la CGIL e la FP CGIL tornano a porre l’accento sulla sicurezza anche nell’igiene ambientale
FP e CGIL Rimini continuano a denunciare le criticità nell’organizzazione del lavoro nel territorio, dove troppo spesso la sicurezza viene sacrificata in favore del profitto aziendale. Il 2024 si è chiuso con un bilancio drammatico in termini di infortuni e morti sul lavoro in provincia di Rimini: 9 infortuni mortali, 5.201 infortuni denunciati, dati entrambi in aumento sul 2023. La CGIL Rimini è costantemente impegnata, attraverso incontri pubblici, assemblee sindacali e iniziative di sensibilizzazione, a sottolineare l’importanza delle norme sulla sicurezza, affinché ogni lavoratore possa uscire di casa con la certezza che il proprio impiego non metta a rischio la propria vita e quella degli altri.
Le proposte sindacali per migliorare salute e sicurezza
FP CGIL chiederà un incontro con gli appaltatori e le committenze del settore dell’igiene ambientale per esaminare i protocolli di sicurezza in essere e proporre miglioramenti in un settore che, pur investendo storicamente nella tutela della salute e della sicurezza, necessita di un costante aggiornamento delle misure preventive. Sul tema è urgente da subito iniziare a ragionare sugli interventi da mettere in campo contro i colpi di calore e per attuare le migliori misure preventive durante le giornate di caldo estremo,
Anche attraverso i referendum previsti per l’8 e il 9 giugno, la CGIL ribadisce la centralità della sicurezza sul lavoro. Uno dei cinque quesiti referendari mira proprio ad ampliare le tutele in caso di infortunio, accrescendo la responsabilità delle aziende committenti negli appalti.
La sicurezza sul lavoro sarà al centro delle proposte sindacali per la revisione del Patto per il Lavoro e per il Clima a livello regionale. Il Patto per la Tutela della Salute e della Sicurezza sul Lavoro, condiviso nel precedente mandato, ha rappresentato un passo significativo, ma deve essere attuato in tutte le sue parti. È fondamentale estendere le tutele già conquistate negli appalti pubblici anche al settore privato, rafforzare i tavoli provinciali, coinvolgere maggiormente gli organi ispettivi, garantire una formazione obbligatoria prima dell’inizio dell’attività lavorativa e stabilire procedure di sicurezza per gli eventi climatici estremi, ampliando l’Ordinanza caldo. Occorre inoltre finanziare progetti per l’introduzione di tecnologie salvavita nei luoghi di lavoro. A partire dal 2025, il sindacato propone inoltre un patto con le associazioni d’impresa affinché in ogni luogo di lavoro sia garantita almeno un’ora di assemblea sindacale all’anno aggiuntiva, dedicata ai temi della salute e della sicurezza.
I dati 2024 in Emilia – Romagna su salute sicurezza
I dati forniti oggi dall’INAIL e analizzati dall’“Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia-Romagna”, costituito dalla CGIL regionale, offrono un quadro chiaro della situazione infortunistica del 2024. Nella nostra regione si sono registrati 75.868 infortuni denunciati, con un lieve calo dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il numero delle denunce di infortunio con esito mortale è aumentato del 5,5%, raggiungendo quota 96. Anche le malattie professionali denunciate hanno subito un incremento significativo del 15,8%, passando da 6.516 a 7.543 casi.
A livello nazionale, nel 2024 si sono verificati 589.571 infortuni, di cui 1.090 con esito mortale. Questo significa che ogni giorno in Italia si registrano in media tre morti sul lavoro e oltre 1.600 infortuni.
Dal 2020 al 2024, in Emilia-Romagna hanno perso la vita sul lavoro 576 lavoratori e lavoratrici, con numeri particolarmente elevati nei settori dell’agricoltura (69 vittime), dell’edilizia (90) e del trasporto e magazzinaggio (117). Preoccupano in particolare l’aumento degli infortuni mortali tra le lavoratrici donne, passati da 7 a 11 in un anno (+57,1%), tra i lavoratori stranieri (+21,1%) e tra gli over 65 (+50%). Infine, un dato allarmante emerge dall’analisi a lungo termine: oltre la metà degli infortuni mortali riguarda lavoratori con contratti precari e si verifica in aziende con meno di 10 dipendenti. Ancora oggi, esattamente come 60 anni fa, un terzo degli infortuni mortali è dovuto a cadute dall’alto e un altro 15,7% allo schiacciamento causato dalla caduta di oggetti.
Rimini, 18/3/2025
CGIL RIMINI – FP CGIL RIMINI
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