Il Governo danneggia particolarmente i territori a vocazione turistica come quello riminese: aumenta il disagio abitativo e diminuiscono le risorse dallo Stato
La Regione Emilia – Romagna ha stanziato, con delibera dello scorso 8 luglio, 10 milioni di euro per l’accesso all’abitazione in locazione. Si tratta di contributi che dovranno servire ai nuclei familiari più fragili nel pagamento dei canoni di locazione sul mercato privato.
In provincia di Rimini, con il precedente bando dell’anno 2022, 5.937 famiglie, pari al 3,9 % delle famiglie residenti, hanno fatto domanda di accesso ai contributi. Quest’anno i requisiti per ottenere il contributo saranno più restrittivi a causa del fatto che il Governo non ha stanziato un centesimo da destinare al fondo affitti. Considerando che il valore ISEE per l’accesso ai contributi per l’affitto, sarà di € 8.000, con la possibilità per i distretti socio sanitari di diminuire tale soglia di una percentuale fino ad un massimo del 20%, ciò potrebbe comportare una drastica riduzione delle famiglie che potranno accedere al contributo; non perché queste famiglie abbiano migliorato la loro situazione reddituale e patrimoniale, ma perché le risorse del Governo non ci sono più e quelle messe a disposizione ai comuni dalla Regione non riusciranno a coprire gli stessi numeri del precedente bando. A questo si somma l’azzeramento da parte del Governo del Fondo che interviene in caso di morosità incolpevole.
Le ripercussioni delle scelte del Governo sulla provincia di Rimini
C’è un altro tema che aggrava la situazione: quello del reperimento di un alloggio in affitto, non solo per il costo economico dei canoni. Il crescente ricorso degli affitti brevi da parte dei proprietari di immobili, specie in una realtà vocata al turismo come quella riminese, ha di fatto reso ancora più difficile accedere agli affitti per lavoratori e pensionati. Anche sulla dinamica degli affitti brevi, mentre con il “Salva casa” di Salvini si vara – di fatto – un nuovo condono edilizio, occorre sottolineare la totale inattività del Governo. Per le varie implicazioni che il fenomeno degli affitti brevi ha sul mercato immobiliare e su quello turistico, da parte del Governo c’è una totale assenza di misure organiche in grado di limitare e circoscrivere il fenomeno. Non si conferiscono nemmeno poteri adeguati ai Comuni, che oggi dispongono di pochissimi strumenti per una regolamentazione equilibrata e virtuosa degli immobili. Va peraltro sottolineato che il “Salva casa” non concede nemmeno ai Comuni la possibilità di vincolare le sanatorie all’utilizzo dell’immobile per fini abitativi, rischiando semplicemente di incrementare il mercato degli alloggi turistici.
Nelle aree a vocazione turistica questa situazione aumenta l’emergenza abitativa, che raggiunge livelli preoccupanti; lasciando al mercato la locazione breve come scorciatoia per un aumento a dismisura dei canoni. In provincia di Rimini ci sono 13.000 alloggi sfitti (rapporto Caritas 2022 sulle povertà), spesso in realtà locati per scopi turistici.
Casa: un’emergenza che deve essere messa al centro dell’agenda politica
È necessario un confronto a tutti i livelli affinché le risorse in materia di politiche per la casa vengano aumentate, perché a fronte della complessa situazione economica e dell’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali – certificato a livello locale anche dalla Camera di Commercio – sempre più famiglie faticano ad arrivare a fine mese. La casa, infatti, mediamente grava sui bilanci familiari nella misura almeno del 30%, dato che si aggiunge all’incremento del costo della vita ed alla drammatica situazione di chi è in cassa integrazione.
Rimini, 19/8/2024
CGIL RIMINI – SUNIA RIMINI
Eugenio Pari – Andrea Buttafuoco