Cooperazione sociale: quando si affronta il tema della gestione dei servizi socio sanitari in appalto o in accreditamento la questione non può essere ricondotta solo ad una mera rendicontazione economica

Alcune cooperative, forse interpretando una valutazione comune di quel sistema produttivo, pongono l’accento esclusivamente sul versante “costi” del rinnovo del contratto nazionale, sostenendo la necessità di adeguare gli appalti e il sistema delle tariffe per i servizi in accreditamento a fronte degli incrementi dovuti al nuovo contratto collettivo nazionale delle Cooperative sociali.

Il rinnovo del Contratto collettivo, frutto della mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori

Il rinnovo determina un incremento di oltre il 12% della massa salariale: aumento dell’8% delle retribuzioni tabellari, introduzione della quattordicesima mensilità, implementazione di alcuni istituti come quello della maternità, corretto inquadramento per le educatrici e gli educatori, nuova disciplina delle turnazioni notturne (cd “notti passive”), incremento delle quote a carico delle cooperative per la sanità integrativa, riduzione della percentuale di contratti a termine sul totale dei lavoratori impiegati. Il risultato ottenuto grazie alle mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori non può che soddisfare le Organizzazioni sindacali. In ogni caso questa ipotesi di accordo nelle prossime settimane sarà sottoposta al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso le assemblee nei luoghi di lavoro.

Quale governo per il sistema degli appalti

Proprio perché la qualità del lavoro è il baricentro intorno al quale si è sviluppato il rinnovo di questo contratto collettivo, s’introduce l’Osservatorio paritetico sugli appalti e sugli accreditamenti territoriali: uno nazionale ed uno regionale. L’obiettivo è quello di realizzare una rete in grado di strutturare adeguati monitoraggi per la corretta applicazione delle norme sugli appalti e sugli affidamenti alla cooperazione sociale, nonché di proposta di soluzioni e correttivi nel solco di quello che da sempre fanno le Organizzazioni sindacali.

Chiaramente si tratta di azioni sindacali compiute nel rispetto dei ruoli e competenze, affinché ad esempio i costi connessi all’applicazione del Contratto collettivo siano considerati adeguatamente in sede di predisposizione degli appalti. Inoltre da tempo abbiamo proposto al sistema delle Cooperative un tavolo per monitorare le cooperative “spurie” o “pirata” contrastandone l’effetto di dumping salariale determinato dalla pratica del massimo ribasso negli appalti.

Certo è che quando si affronta il tema della gestione dei servizi socio sanitari in appalto o in accreditamento la questione non può essere ricondotta solo ad una mera rendicontazione economica, sulle marginalità o meno che le cooperative registrano; la gestione deve rispondere prima di tutto alla qualità dei servizi da erogare alle fasce più fragili della popolazione e perché vi sia qualità per l’utenza occorre migliorare la condizione del lavoro. Se sulla condizione salariale il rinnovo del CCNL rappresenta sicuramente un punto avanzato,c’è ancora da fare sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative sociali e sull’organizzazione attraverso cui operano.

Il tema della qualità dei servizi pubblici erogati attraverso appalto e/o accreditamento è, come detto, strettamente connesso alla qualità del lavoro, alla salvaguardia ed all’innalzamento delle professionalità.

Rimini, 10/2/2024

FP CGIL RIMINI – CISL FP ROMAGNA – UILFPL RIMINI

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