Troppi giovani sul divano? CGIL e FILCAMS replicano alle dichiarazioni del Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Dott. Corbelli

Rimini, 27/10/2023

L’intervista rilasciata dal Dott. Alessandro Corbelli a “il Resto del Carlino Edizione Rimini” nell’edizione del 26 ottobre 2023 non ci ha lasciati indifferenti. Il nostro rapporto con il Dott. Alessandro Corbelli e con l’Ordine provinciale dei consulenti è storico e da sempre improntato a collaborazione, cordialità e franchezza. E’ con questo spirito che ci permettiamo perciò di dissentire con molte delle sue affermazioni.

Il mercato del lavoro, a Rimini in particolare, vive da anni una fase di crisi legata anche al mancato incrocio tra domanda ed offerta. E’ caduta la foglia di fico rappresentata dalle presunte colpe del Reddito di Cittadinanza: il feticcio attorno al quale per anni tante imprese hanno perso tempo con campagne discutibili e mai supportate da dati statistici. Oramai questa è storia, ma non si possono fare ragionamenti senza soffermarsi per l’appunto sull’evoluzione dei fenomeni. Dal 2015 il combinato tra l’eliminazione dell’indennità di disoccupazione speciale per gli stagionali del turismo, assieme a circa 3,8 milioni di ore di lavoro pagate in voucher e la riduzione della durata delle stagioni, innescarono seri problemi; questo almeno nella filiera del turismo. Sono proprio i voucher insieme alla riforma della disoccupazione, che hanno causato quell’erosione al reddito degli stagionali, allontanandoli dal turismo. Oggi quegli effetti si legano ad una crisi demografica senza precedenti: un progressivo invecchiamento della popolazione vedrà in Italia un rapporto tra giovani ed anziani che sarà di 1 a 3 nel 2050,mentre la popolazione in età lavorativa (tra 15 e 65 anni) scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale (dati ISTAT 1/2020 ed al 2022 il processo di invecchiamento è già aumentato di almeno 8 mesi). Nel mentre, già oggi a Rimini ci sono circa 200 anziani ogni 100 giovani (in crescita costante dal 2019, dati ISTAT 2023). Vale la pena sottolineare che tutto ciò avrà riflessi pesanti sui futuri importi pensionistici che saranno, conseguentemente, sempre più bassi.

Di fronte a questo panorama si tirano in ballo ancora una volta la scuola, le famiglie e la nostalgia per “quel modo di lavorare a testa bassa di altre epoche” (sic!). La generazione “Z” ha una diversa sensibilità rispetto alle precedenti per i contenuti della parola “lavoro”: è un dato di fatto sul quale è inutile rattristarsi. Non sono i giovani, ma le imprese a dover cambiare filosofia. Su questo tema poco o nulla si legge, per contro, sulle responsabilità di un certo mondo imprenditoriale nell’aver deteriorato il mercato del lavoro, non investendo su qualificati canali di reclutamento. Poco si trova, infatti, cercando offerte d’impiego stagionale su canali istituzionali, accreditati e trasparenti. Specularmente sono numerose le offerte, spesso illegali, pubblicate altrove: è una realtà verificabile da chiunque consultando i social network.

La scuola, invece, è sempre richiamata di fronte ad ogni allarme sociale, panacea di ogni male da assumere senza preoccuparsi troppo dell’emergenza che la scuola stessa sta vivendo in Italia – e non da oggi – sotto molti aspetti. Nell’esprimersi su questo aspetto serve cautela ed attenzione per chi lavora, spesso in condizioni inadeguate, nelle istituzioni scolastiche.

Infine il tema delle famiglie, rispetto al quale ci associamo a quanto recentemente dichiarato dalla Segretaria generale di FLC CGIL Rimini Simonetta Ascarelli, in merito al Decreto Caivano, con una riflessione valida anche in questo caso: “i genitori, anche quando sono in due, sono da soli di fronte alle sfide educative che pone loro un figlio. Sono drammaticamente naufragate nell’individualismo imperante tutte le forme di educazione collettiva presenti un tempo e in grado di fare rete, esempio, stimolo e contenimento ai giovani”.

Insomma: che fare? Il problema del mancato funzionamento del mercato del lavoro, come ormai unanimemente riconosciuto, ha più concause. Ci limitiamo qui a due considerazioni.

Innanzitutto prima di derogarli i contratti collettivi del turismo andrebbero rinnovati, visto che essi sono scaduti tra il 2018 ed il 2021. Le imprese continuano a trarre un effimero vantaggio da questo immobilismo, come dimostra appunto la “fuga dal turismo”. Servirebbero inoltre politiche attive e passive del lavoro aderenti ai diversi comparti economici, tra i quali la filiera del turismo stagionale: si tratta di uno dei nodi principali da sciogliere. Questi sono esempi di un terreno di confronto concreto, tramite il quale si potrebbe ritrovare la rotta verso un mercato del lavoro funzionante.

Isabella Pavolucci – Segretaria Generale

Camera del Lavoro Territoriale – CGIL Rimini

Francesco Guitto – Segretario Generale

FILCAMS CGIL – Rimini

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