Pasqua magra per i lavoratori di Riccione Terme: l’azienda non anticipa il pagamento degli ammortizzatori sociali e c’è forte preoccupazione per il futuro del settore termale a Riccione | L’assemblea sindacale ha proclamato lo stato di agitazione sindacale

Lora Parmiani e Alessandro Fabbri di Filcams CGIL Rimini

Filcams CGIL Rimini al termine di un’assemblea sindacale tenutasi il 10 marzo ha proclamato lo stato di agitazione sindacale per i lavoratori di Riccione Terme. Lo storico stabilimento riccionese occupa 25 dipendenti fissi e decine di stagionali, in prevalenza donne e con professionalità elevate legate al settore termale.

Le ragioni dello stato di agitazione

L’azienda ha richiesto al Ministero del Lavoro di collocare in CIGS (Cassa Integrazione Straordinaria) tutti i lavoratori dal 1 febbraio 2023, i quali sono infatti quasi tutti sospesi “a zero ore” dalla stessa data. La trattativa si è conclusa il 6 Marzo al Ministero del Lavoro con un mancato accordo. L’azienda infatti oltre a negare l’anticipo del pagamento – di fatto costringendo i lavoratori ad attendere mesi prima di poter contare su una qualche forma reddito familiare – si è anche sottratta dall’assumersi ogni responsabilità in caso di diniego dell’ammortizzatore sociale da parte dell’INPS. In sostanza l’azienda vuole tutto senza concedere alcunché.

Dall’orecchio della contrattazione l’azienda non ci sente

Nel corso del 2022 Filcams CGIL aveva già incontrato l’azienda proprio in relazione al complesso dei temi legati alla chiusura stagionale ed alle prospettive dell’azienda.

Circa le incognite legate alla stagionalità, Filcams CGIL aveva ribadito l’esigenza di avviare una contrattazione aziendale articolata volta migliorare la gestione delle ferie e della banca ore: richiesta inascoltata da anni. Filcams CGIL aveva poi chiesto di salvaguardare l’occupazione, attraverso criteri condivisi, all’apertura nel 2023. Tra l’altro lo scorso dicembre Filcams CGIL aveva reiteratamente chiesto all’azienda di conoscere i dati utili all’analisi dei residui ferie/permessi/banca ore. Ad oggi non è pervenuta alcuna risposta e – salvo il laconico comunicato che sul sito internet dell’azienda informa che sono in corso lavori di manutenzione – non è noto quando i lavoratori (fissi e stagionali) potranno prendere servizio normalmente.

Filcams CGIL Rimini ritiene inaccettabile che Riccione Terme S.p.A. sfugga ad un serio confronto negando ogni responsabilità sociale verso la comunità riccionese.

L’assemblea dei lavoratori ha dato mandato a Filcams CGIL Rimini per avviare urgentemente un tavolo istituzionale – in primis con il Comune di Riccione – che porti Riccione terme S.p.A. ad un serio confronto. Questo è il minimo che si possa chiedere ad un’impresa titolare di concessione pubblica che costituisce anche un’attrazione fondamentale per la qualità del turismo riccionese.

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