L’attività del Sindacato Pensionati CGIL durante e dopo il lockdown

Comunicato stampa. Si riceve solo su appuntamento ma da Lunedì 25 Maggio gli uffici del Sindacato dei Pensionati CGIL saranno aperti. Per prendere l’appuntamento iscritti/e e utenti possono chiamare al mattino al numero delle sedi delle delle Camere del Lavoro.

Per quanto l’emergenza Coronavirus ci abbia costretto alla chiusura, il Sindacato ha comunque continuato a svolgere la sua attività cercando, anche se non in presenza, di sbrigare pratiche, dare consigli e informazioni, sostenere pensionati, lavoratori e cittadini a orientarsi nel dedalo delle normative del Governo.

Dunque i collaboratori e volontari del sindacato dei pensionati SPI della provincia di Rimini torneranno ad essere presenti presso le sedi della CGIL anche se con modalità organizzative un po’ diverse perché risentiranno dei limiti posti dalla prevenzione necessaria ad arginare la diffusione del Covid-19: appuntamento, gel, mascherine e tutto il resto.

Il filo diretto nella quarantena

Due mesi fa, quando ci siamo trovati nella necessità di chiudere al pubblico le nostre sedi a causa della pandemia, la prima domanda che ci siamo posti è stata come mantenere un contatto con i nostri iscritti, come continuare a dare risposte ai tanti anziani che dal sindacato cercano risposte ai loro bisogni. Cittadini fragili resi ancor più fragili dall’isolamento necessario.

Così, per non interrompere quel filo diretto, anzi, per alimentarlo, abbiamo pensato di chiamarli noi. Elenchi alla mano, dai novantenni in giù, un gruppo di 35 volontari ha iniziato a telefonare, per chiedere come va, per raccogliere bisogni di vario tipo, per aiutarli ad affrontare le scadenze (dichiarazione dei redditi, IMU, contributi badanti, pensione di reversibilità), richieste rispetto allo stato di salute, ma soprattutto per ascoltare e chiacchierare.

Un’esperienza apprezzata tantissimo dai nostri iscritti, “questa è una telefonata meravigliosa” ci siamo sentiti dire, ma che ha gratificato anche noi, non solo per l’entusiasmo e l’apprezzamento che abbiamo ricevuto, ma perché ci ha consentito di fare un focus sulla condizione degli anziani in questa particolarissima situazione. Dei circa 7.000 anziani contattati la prima constatazione positiva che possiamo fare è che in grandissima parte sono persone seguite e accudite dalle famiglie. Nell’insieme persone serene, salvo alcuni casi ovviamente, e orgogliose di dire “alla spesa ed ai farmaci ci pensano i miei figli, non mi fanno mancare niente”. Qualcuno si è dimostrato più impaziente che rassegnato, con il rimpianto per i propri orti che quest’anno non produrranno niente. Persone che volentieri parlano del loro passato ma allo stesso tempo preoccupate per un presente e un futuro molto difficile per i loro figli e i loro nipoti “noi ne abbiamo passate tante, anche questa la sfangheremo, ma loro?”

Il welfare necessario e la contrattazione territoriale

L’esperienza di questi due mesi ci conferma la necessità di estendere ed intensificare ancora di più la nostra attività sul territorio. Un sindacato, quello dello Spi di Rimini, che con i suoi oltre 24.000 iscritti ha già un forte radicamento sociale, ma che può ulteriormente consolidare ed estendere in un rapporto ancora più stringente e partecipativo con iscritti e cittadini.

Dalle persone che rappresentiamo ci viene consegnato uno spaccato dei loro bisogni, che noi poi dobbiamo/vogliamo tradurre in rivendicazioni nella contrattazione territoriale che facciamo con i Comuni e con i Distretti. Al momento possiamo solo prevedere quanto usciremo martoriati da questa calamità, di certo le scelte di welfare nel territorio saranno fondamentali per evitare l’ulteriore impoverimento sociale ed economico di quella parte della popolazione che la crisi dell’ultimo decennio ha già colpito duramente.

Meris Soldati Segr. Generale SPI CGIL Rimini

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In un contesto come quello riminese, dove il 76,7% delle assunzioni avviene attraverso contratti a tempo determinato, il provvedimento varato da maggioranza e Governo è di una pericolosità incredibile. Andando a completare le disposizioni di precedenti provvedimenti (D.l.48/2023 convertito in L.85/2023) il Governo ha di fatto destrutturato le tutele incrementando il lavoro precario: saltano le causali, ovvero il contratto a tempo determinato può essere rinnovato a totale discrezione del datore di lavoro e non esiste più alcun obbligo di stabilizzazione.