Comunicato stampa. Dopo aver chiesto l’accesso al FIS (Fondo di Integrazione Salariale) per un periodo di 9 settimane, per 382 dipendenti, il 3 aprile la Cooperativa Millepiedi ha sottoscritto con i sindacati di categoria afferenti a CGIL CISL UIL un accordo in cui si impegnava ad anticipare, a partire dalla busta paga di marzo, l’assegno di integrazione salariale. L’anticipo doveva servire per evitare i tempi più lunghi del pagamento diretto da parte dell’INPS in questo momento molto difficile per tutti coloro che non hanno dovuto interrompere il proprio lavoro. Ma 4 giorni dopo, il 7 aprile, la stessa Cooperativa ha scritto una lettera ai 382 dipendenti per informarli della scelta di voler optare per il pagamento diretto da parte dell’INPS, salvo per alcuni casi di effettivo bisogno (?) dei lavoratori. Questi casi naturalmente a totale discrezionalità dell’azienda.
Supponendo che esista una difficoltà economico/finanziaria, che andrebbe dimostrata, da parte della Millepiedi per far fronte all’anticipo dell’assegno, come è possibile che non se ne siano accorti prima?
Dopo il voltafaccia dell’azienda sono intercorse numerose lettere tra la Millepiedi e la Funzione Pubblica CGIL che tra l’altro ha ribadito che le risorse erogate dall’INPS per i pagamenti del Fondo di Integrazione Salariale (FIS) sono risorse a cui contribuiscono le lavoratrici e i lavoratori con prelievi mensili sulle loro buste paga e se anticipate dall’azienda vengono poi indennizzate dall’INPS. Dunque, al di là dei patti non rispettati con il sindacato, resta il problema per i dipendenti della Cooperativa, senza lavoro e senza stipendio chissà ancora per quanto. Come organizzazione sindacale ci riserviamo di procedere nei modi più opportuni per ottenere il rispetto dell’accordo sottoscritto.
Eugenio Pari FP CCGIL Rimini