Comunicato stampa. Come le fredde lapidi di marmo che recano scolpiti, uno dopo l’altro, i nomi delle vittime di guerra e delle persecuzioni, è così che ormai dovremmo ricordare le vittime di femminicidio.
I dati non sono certi, ma possono variare di poco. Nel 2018 le donne uccise, in Italia, sono state un centinaio, nell’ultimo decennio circa 2 mila di cui più del 70% in famiglia.
Sappiamo tutto di loro dopo la morte, i soprusi, le violenze subite, i nomi degli assassini, per gran parte i loro stessi mariti e compagni di vita. Non sono vittime di guerra o di un regime totalitario e poliziesco che da sempre utilizzano lo stupro e la violenza sulle donne come arma bellica, sono vittime del patriarcato che permane ancora, profondamente radicato nel nostro Paese e nella nostra cultura.
Il 25 novembre si avvicina, è la giornata che a livello mondiale continua a rappresentare la data simbolo in cui si commemora il brutale assassinio delle sorelle Mirabal, donne rivoluzionarie della Repubblica Dominicana, ma anche tutte le violenze perpetrate dagli uomini sulle donne. Bambine non ancora donne, che qualcuno chiama spose, vendute a qualche vecchio aguzzino, figlie e madri asservite a mariti e padri padroni, donne in cerca di libertà, dignità e diritto di vivere attaccate nella loro stessa identità, sfregiate se non addirittura uccise.
In prossimità del 25 novembre la CGIL di Rimini e il Centro Antiviolenza Rompi il Silenzio hanno chiesto alle Amministrazioni Comunali della Provincia di Rimini di aderire al percorso di sensibilizzazione e informazione denominato “La Panchina Rossa” quale segno tangibile contro la violenza sulle donne.
Il progetto aveva preso l’avvio già nel 2017 dal Ministero delle Pari Opportunità nell’ambito delle attività di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere ed è stato riproposto in diversi Comuni del Paese.
Il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, pensiamo sia l’occasione giusta per l’installazione di una panchina rossa e per la cerimonia di inaugurazione in ogni Comune della Provincia di Rimini, in ricordo delle donne vittime di femminicidio e nello stesso tempo luogo fisico per la diffusione della consapevolezza rispetto alla tragicità di questo dilagante fenomeno criminoso e a favore della cultura di parità.
La risposta è stata molto positiva, diversi Comuni si stanno organizzando e alcuni già avevano avviato delle iniziative autonomamente.
Sappiamo che molto spesso la violenza non viene denunciata anche perché l’aggressore, altrettanto spesso, rimane impunito. Ma le richieste di aiuto devono poter trovare tutto il sostegno e gli aiuti necessari, un rifugio sicuro prima che la l’abuso sfoci nella tragedia.
Per quanto ci riguarda, presso la sede della CGIL di Rimini in via Caduti di Marzabotto, dove ha una propria sede anche Rompi il Silenzio, installeremo una panchina rossa dove verrà dipinto il numero verde di pubblica utilità 1522, che è attivo e multilingue su tutto il territorio nazionale per 24 ore al giorno, per tutti i giorni dell’anno, proprio a sostegno delle vittime di violenza di genere e stalking.
La panchina verrà donata da Anthea che ha voluto così testimoniare la propria sensibilità nei confronti di questa “piaga” sociale.
Segreteria CGIL Rimini – Centro Antiviolenza Rompi il Silenzio