Educatore nido d’infanzia. Il Comune di Rimini assuma le lavoratrici precarie prima della scadenza della graduatoria!

Comunicato stampa. Per la Cgil è una priorità la realizzazione del Sistema Zerosei previsto dal decreto legislativo n.65 del 2017 che ha inteso trasformare gli interventi per i bambini nella fascia di età da 0 a 3 anni da servizi socio-assistenziali in percorsi educativi. Siamo anche convinti che questo processo non riuscirà a realizzarsi in maniera efficace senza il coinvolgimento del sindacato, per questo, nella contrattazione sociale che ci avviamo ad intraprendere, il tema educazione e istruzione sarà di fondamentale importanza. Metteremo tutto il nostro impegno affinché le istituzioni pubbliche investano significativamente in questo settore, a partire dall’offerta educativa.

Per quanto riguarda il Comune di Rimini, superata, speriamo definitivamente, ogni deleteria fascinazione verso le esternalizzazioni, pensiamo non sia più rinviabile la stabilizzazione delle insegnanti di asilo nido (sono 12) che da più di 11 anni e dopo essersi iscritte nelle varie graduatorie che si sono susseguite, si trovano in condizioni di precarietà.

Non è necessaria, per raggiungere questo risultato, alcuna forzatura delle leggi visto che, già il Testo Unico del Pubblico Impiego del 2001 e poi la circolare Madia del 2017 che ne rinforza i contenuti, si pongono l’inequivocabile obiettivo del superamento del precariato nella Pubblica Amministrazione.

A fine novembre 2019 scade la graduatoria a tempo determinato per educatore nido d’infanzia, chiediamo all’Amministrazione Comunale di stabilizzare le lavoratrici precarie tuttora in attività nei nidi e di riaprirne un’altra a tempo indeterminato. Si può fare, è solo questione di volontà politica!

Isabella Pavolucci Segr. Generale CGIL Rimini – Ornella Giacomini Segr. Generale FP CGIL Rimini

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In un contesto come quello riminese, dove il 76,7% delle assunzioni avviene attraverso contratti a tempo determinato, il provvedimento varato da maggioranza e Governo è di una pericolosità incredibile. Andando a completare le disposizioni di precedenti provvedimenti (D.l.48/2023 convertito in L.85/2023) il Governo ha di fatto destrutturato le tutele incrementando il lavoro precario: saltano le causali, ovvero il contratto a tempo determinato può essere rinnovato a totale discrezione del datore di lavoro e non esiste più alcun obbligo di stabilizzazione.