Petroltecnica. Gravissimo comportamento antisindacale

Comunicato stampa. Oggi è accaduto un fatto gravissimo: convocati via mail, d’urgenza e con 2 minuti di preavviso, da un responsabile per questioni organizzative, le lavoratrici ed i lavoratori dell’unità che più ha partecipato allo sciopero di lunedì scorso, si sono ritrovati davanti la Proprietà ed il Responsabile del Personale dell’azienda.

Gli argomenti affrontati erano mirati a screditare l’azione delle Organizzazioni Sindacali e della RSU in qualità di rappresentanti di chi lavora.

A partire dall’affermazione che il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe annullato l’incontro previsto per il 01 Marzo scorso a causa dello sciopero posto in atto il 26/2.

Il MISE ha semplicemente mandato una comunicazione, trasmessa dalla RSU a tutti i dipendenti Petroltecnica per conoscenza, di rinvio per “approfondimenti”; mentre l’azienda sostiene di avere comunicazioni scritte dal Ministero in merito, e di queste, se esistono, vorremmo e dovremmo averne copia.

L’atteggiamento aziendale era mirato a creare un clima di paura, in un confronto diretto faccia a faccia con i lavoratori, e annientamento della rappresentanza, tutelata, è bene ribadirlo, dallo Statuto dei Lavoratori e dalla Costituzione.

Più volte negli incontri tra le parti la Proprietà ha chiesto di avere confronti con singoli lavoratori o gruppetti ed ha continuato così anche oggi: insistendo per incontrare 2 o 3 lavoratori (non rappresentanti, non delegati) per affrontare la questione esuberi e gestione degli ammortizzatori sociali.

E’ chiaro che l’obiettivo è far leva sulla debolezza dei singoli lavoratori per “convincerli” ad accettare cose che, quando possono decidere liberamente non solo rifiutano, ma scioperano contro.

Questo è un intento antisindacale, perché la RSU e le organizzazioni sindacali portano avanti le posizioni collettive, decise insieme, senza che nessuno si senta solo, e senza che prevalgano interessi singoli.

Daremo mandato ai nostri legali di valutare questo comportamento messo in atto dalla Petroltecnica.

Non possiamo che evidenziare, con estrema preoccupazione, il fatto, evidente ora più che mai, che l’azienda vuole, anzi pretende, di costringere le parti rappresentative delle lavoratrici e dei lavoratori ad accettare le sue condizioni senza fare alcun passo avanti per raggiungere una mediazione e un possibile accordo.

Ricordiamo che la proposta aziendale prevede un numero di circa 110 lavoratori che non verranno interessati da alcun ammortizzatore sociale, un numero di circa 70 esuberi solo tra coloro che sono assunti a tempo indeterminato e per tutti gli altri chissà.

Le trattative si fanno ai tavoli nelle sedi deputate, gli accordi si raggiungono con il confronto, basato sul reciproco rispetto e riconoscimento, e le mediazioni. Questo è l’ABC delle relazioni sindacali.

E’ tempo di affrontare le situazioni problematiche della Petroltecnica, ognuno nel proprio ruolo e rispettando quello altrui, per trovare le soluzioni che portino al rilancio dell’azienda senza prescindere dalla salvaguardia delle maestranze e delle loro competenze.

Le RSU Petroltecnica

FIM CISL Romagna, FIOM CGIL e UILM UIL Rimini

nelle persone di  Luca Giacobbe, Maria Teresa Marano e Carmelo Bellè

VERIFICA ANCHE

Lavoro: raschiato il fondo del barile, maggioranza e Governo continuano a scavare

In un contesto come quello riminese, dove il 76,7% delle assunzioni avviene attraverso contratti a tempo determinato, il provvedimento varato da maggioranza e Governo è di una pericolosità incredibile. Andando a completare le disposizioni di precedenti provvedimenti (D.l.48/2023 convertito in L.85/2023) il Governo ha di fatto destrutturato le tutele incrementando il lavoro precario: saltano le causali, ovvero il contratto a tempo determinato può essere rinnovato a totale discrezione del datore di lavoro e non esiste più alcun obbligo di stabilizzazione.