#Schiaffo alla Democrazia. Presidio CGIL davanti alla Prefettura. Una delegazione sindacale ricevuta dal Vicario del Prefetto

Milioni di firme di altrettanti cittadini, per chiedere con la CGIL un pronunciamento referendario sull’abrogazione dei voucher, non sono serviti a niente. La lesione prodotta alla democrazia dalla reintroduzione dei voucher da parte del Governo attraverso un aggiramento delle regole è evidente. Contro questo inqualificabile comportamento la CGIL ha deciso di continuare la mobilitazione con iniziative nei territori e con la manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 17 giugno.

Intanto, questa mattina, nel corso del presidio “Schiaffo alla Democrazia” che è stato organizzato davanti alla Prefettura, una delegazione guidata dal Segretario generale della CGIL di Rimini Graziano Urbinati è stata ricevuta dal Vicario del Prefetto dott.ssa Chiara Pintor.

Si è trattato di un confronto molto serrato che ha preso le mosse dagli obiettivi che la CGIL si propone con la proposta di legge “Carta dei Diritti”, per proseguire sui contenuti della recente campagna referendaria su voucher e appalti, arrivando al decreto del Governo che ha abrogato i voucher, fino alla decadenza del referendum e alla successiva reintroduzione degli stessi voucher. Volevamo abrogare i voucher – ha detto il Segr. della CGIL Urbinati – il Governo e il Parlamento hanno abrogato il referendum.

4 milioni di firme sono finite nella spazzatura. “Questi comportamenti antidemocratici – ha proseguito il Segretario CGIL – non sono senza effetti, basti vedere il dato sulla partecipazione al voto anche in questa ultima tornata elettorale: la fiducia nelle istituzioni rischia di essere decimata.”

Ai sostenitori ad oltranza dell’uso dei voucher ampiamente presenti nelle fila degli imprenditori del settore turistico e commerciale locale, ma non solo, così come nella maggioranza delle formazioni politiche, ha risposto indirettamente Isabella Pavolucci Segretario generale FILCAMS CGIL provinciale, facendo presente alla Vicario tutta la lunga lista di possibilità offerte dai contratti. “Se la necessità dell’impresa è quella della flessibilità del lavoro – ha detto – , i contratti contengono già tutte le tipologie necessarie: contratti a chiamata o a intermittenza, part-time, part-time weekend, contratto a termine, in somministrazione, apprendistato, lavoro extra e di surroga. Inoltre, sul piano dell’organizzazione del lavoro è consentito lavorare meno ore quando il lavoro è scarso e recuperare in presenza di picchi di attività. Si dice che i voucher rappresentano un’alternativa al lavoro nero. Non è così, l’unica alternativa al lavoro nero è il lavoro regolare, contrattualizzato, che rispetta i diritti dei lavoratori, la contribuzione, la malattia, la maternità, la pensione, l’eventuale indennità di disoccupazione. Certo – ha proseguiti Pavolucci, all’impresa conviene di più pagare con i ‘buoni’, ma la dignità del lavoro ha un costo e non si possono fare sconti sui diritti dei lavoratori.

La discussione è proseguita ad ampio raggio toccando i temi della sicurezza, dell’immigrazione, della legalità e dei pericoli che, evasione, precarietà e sfruttamento, possono costituire per il territorio, diventando, come ha ribadito di recente la Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, terreno fertile per gli insediamenti mafiosi. “Al contrario – ha ribadito Urbinati – occorrono investimenti sani e lavoro, regole e diritti. Quando si parla di vigilanza democratica del territorio non si può far riferimento soltanto allo stato di polizia, gli anticorpi vanno creati prima e diversamente.”

La delegazione CGIL ha apprezzato molto la disponibilità della Prefettura a proseguire il dialogo anche in futuro, dialogo che, come è stato sottolineato dalla delegazione CGIL, si vorrebbe poter trovare anche in altre Istituzioni come l’Amministrazione Comunale di Rimini o quel che resta della Provincia.

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Lavoro: raschiato il fondo del barile, maggioranza e Governo continuano a scavare

In un contesto come quello riminese, dove il 76,7% delle assunzioni avviene attraverso contratti a tempo determinato, il provvedimento varato da maggioranza e Governo è di una pericolosità incredibile. Andando a completare le disposizioni di precedenti provvedimenti (D.l.48/2023 convertito in L.85/2023) il Governo ha di fatto destrutturato le tutele incrementando il lavoro precario: saltano le causali, ovvero il contratto a tempo determinato può essere rinnovato a totale discrezione del datore di lavoro e non esiste più alcun obbligo di stabilizzazione.