Rimini, 16 gennaio 2017
Le Segreterie e i Coordinamenti femminili CGIL Rimini, CISL Romagna, UIL Rimini esprimono la propria solidarietà nei confronti di Gessica Notaro e si uniscono alle manifestazioni di sostegno alla vittima di questa ennesima violenza, giunte dalle istituzioni, dalle associazioni, dai cittadini, partecipando oggi al presidio di piazza Cavour.
Si tratta di una testimonianza importante da parte della collettività, di grande valore simbolico, ma tanto altro occorre fare per affrontare questa emergenza sociale nazionale della violenza sulle donne.
Proviamo allora a riavvolgere il nastro di questi eventi criminosi e chiederci cosa succede prima, cosa già sta succedendo adesso e ancora non sappiamo: esistono casi a conoscenza dei magistrati, delle forze dell’ordine, degli operatori che a vario titolo si occupano di queste problematiche che si annunciano come futuri eventi delittuosi? E come vengono affrontati? Decide il magistrato, in completa solitudine e discrezionalità, su quale ordine restrittivo sia meglio applicare? Se ne occupano i servizi sociali? Chi segue e come le vittime annunciate o gli stalker?
Relativamente alle situazioni che già lasciano prevedere una possibile degenerazione, proviamo a lanciare una proposta. Diciamo che oltre a tutto quanto di importante già viene fatto e oltre all’applicazione delle leggi, si potrebbe istituire nel territorio un coordinamento di tutti i soggetti che sono o possono essere parte attiva in un’opera che tenda alla prevenzione. Pensiamo anche che questo coordinamento, pur nel rispetto dei singoli ruoli, possa farsi promotore di un protocollo dove si definiscano alcune linee guida di comportamento dei soggetti che ne fanno parte. In certe situazioni, ad esempio, oltre a provvedimenti di carattere repressivo potrebbero rendersi necessari degli interventi di tipo psicologico o di altra natura che spetterà agli esperti individuare. Riteniamo che questo protocollo possa essere condiviso anche dagli organi di informazione che svolgono un ruolo di orientamento dell’opinione pubblica molto importante, perchè anche il rischio di emulazione è molto forte,
E’ opprimente, frustrante, e inutile per le vittime, occuparsi del giorno dopo, bisogna prevenire. E in questo non abbiano reticenza i magistrati o i responsabili delle forze dell’ordine a dire se sono in essere delle situazioni di pericolo, delle denunce. Bisogna isolare gli stalker che sono persone crudeli ma anche dei grandi vigliacchi. Non si tratta di sbattere mostri in prima pagina, nè pensare che tutto possa essere risolto con l’inasprimento delle pene, ma informare, creare stati di allerta, suggerire comportamenti alle possibili vittime ma anche alla cittadinanza in genere. In una parola: prevenire.
Sui motivi profondi, sulle componenti psicologiche, sociologiche, storiche che possono contribuire a determinare la violenza di genere il discorso da affrontare sarebbe oltremodo complesso, ma ciò non significa che cultura e modelli di comportamento non possano essere modificati. In questo, un ruolo fondamentale spetta non solo all’educazione che si riceve in famiglia ma anche a quella scolastica così come alla comunicazione verbale e non verbale: pubblicità, programmi televisivi, social.
Per quanto ci riguarda oltre alle pari opportunità, al mobbing, all’azione di contrasto nei confronti di ogni genere di discriminazione e ad altri temi che da tempo rientrano nelle materie di dibattito con le lavoratrici e i lavoratori dovremo ragionare più concretamente sulla necessità di affrontare in maniera specifica il tema della violenza di genere anche nei luoghi di lavoro per contribuire a far crescere la consapevolezza su quello che sembra un inarrestabile tragico fenomeno.
Le Segreterie e i Coordinamenti femminili
CGIL Rimini, CISL Romagna, UIL Rimini