Divieto di assemblea sindacale per docenti e ATA. L’incontro con il Prefetto

Rimini 28.11.2016 – Fatti e antefatti
La FLC CGIL ha inviato, com’è prassi, la preventiva comunicazione ai dirigenti scolastici con il calendario delle assemblee sindacali. I dirigenti a loro volta hanno raccolto le adesioni dei docenti. Due di loro hanno fatto richiesta di chiarimenti al Prefetto ritenendo che gli argomenti in discussione non fossero ammessi visto che nell’ordine del giorno si faceva riferimento al Referendum costituzionale.

Il Prefetto risponde esplicitando il proprio orientamento negativo rispetto alla possibilità di svolgere l’assemblea sindacale all’interno della scuola. Non usa parole certe il Prefetto e ciò scatena un ventaglio di reazioni da parte dei dirigenti che vanno dalla negazione, con evidente abuso di potere, di concedere il diritto di partecipazione all’assemblea, alla negazione degli spazi, al consenso sul loro utilizzo. Fine settimana confuso che si consuma tra le pagine dei quotidiani e i social, utilizzati quanto mai a sproposito da alcuni dirigenti ed ex dirigenti scolastici e rappresentanti politici, senza, tra l’altro, che alla FLC CGIL venisse fatta alcuna comunicazione a carattere istituzionale.

La FLC CGIL, con grande senso di responsabilità, anche in considerazione del clima quanto mai aspro e dei toni esacerbati che la campagna politica sul referendum sta producendo, ha deciso di tenere le assemblee nella sede sindacale di via Caduti di Marzabotto. Al contempo ha chiesto al Prefetto un incontro urgente per discutere di quanto avvenuto.

Dal Prefetto

La delegazione che ha incontrato questa mattina il Prefetto era composta dal Segretario della Camera del Lavoro Graziano Urbinati, Dal Segretario della FLC di Rimini Roberto Barbieri e da Monica Ottaviani della FLC CGIL Emilia Romagna. Al Prefetto è stato ribadito che il diritto dei lavoratori a riunirsi in assemblea è un diritto sancito dalla Costituzione, regolamentato dallo Statuto dei Lavoratori e dai Contratti nazionali, che i lavoratori possono discutere di tutti i temi che ritengono inerenti alla loro condizione, che le restrizioni citate dalla circolare del Prefetto (Legge 22 febbraio 200, n.28) non riguardano le Organizzazioni sindacali ma le pubbliche amministrazioni.

Il Prefetto ha ribadito che l’assemblea sindacale non poteva svolgersi a scuola.

Le assemblee

Questa mattina, lunedì 28 novembre, nonostante il polverone sollevato a livello istituzionale, le assemblee si sono tenute fuori dai locali scolastici con grande partecipazione di docenti e ATA. Come era naturale che fosse si è parlato del contratto che è fermo, della “Buona Scuola”, della Legge di Stabilità, del verbale di accordo sulle pensioni, di altro ancora e naturalmente dei motivi che hanno spinto la CGIL a prendere una posizione sul NO al Referendum. Perché, anche se qualcuno vorrebbe far credere il contrario, la Costituzione è la legge delle leggi e come verrà riscritta non può essere indifferente al lavoro e ai lavoratori, almeno finché l’articolo 1 resterà l’articolo 1 della nostra Costituzione.

Dichiarazione dei Segretari generali CGIL e FLC CGIL Graziano Urbinati e Roberto Barbieri

“La CGIL e la FLC ritengono un’incauta ingerenza giudicare nel merito l’ordine del giorno delle assemblee indette e ribadiscono che il diritto alla convocazione dell’assemblea sindacale non può essere messo in alcun modo in discussione, parimenti, il diritto dei lavoratori a parteciparvi. Quanto avvenuto denota un clima che via via si fa sempre più pesante e che impedisce di fatto la libertà di informazione che caratterizza l’attività sindacale. Per questo tuteleremo in ogni sede opportuna il diritto della CGIL e della FLC di esprimere le proprie idee all’interno dei luoghi di lavoro. Non permetteremo a nessuno di mettere in discussione quanto conquistato con anni di lotte e tutelato dalla nostra Costituzione.”

Prossimi passi

Non è stata la FLC CGIL a scatenare questo putiferio che pare approderà anche il Parlamento. Ma se si tratta di difendere il diritto a discutere e di difendere gli spazi di democrazia che ancora resistono in questo Paese, allora ben vengano le interrogazioni parlamentari. Neppure la CGIL starà con le mani in mano.

 Ufficio stampa CGIL Rimini

 

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